COME EVITARE UNO STALLO

La fase di stallo tanto temuta purtroppo è qualcosa a cui tutti bene o male sono soggetti durante la propria programmazione, che sia nella dieta quando si cerca di dimagrire, che nell’allenamento quando si cerca di migliorare la performance.
Purtroppo non esiste il “protocollo perfetto”, bene o male, ogni protocollo per quanto possa essere impostato a dovere è destinato a fallire, o meglio, a portare ad un punto in cui non vi sono più risultati.
Mi spiego meglio, quando cerchiamo di progredire coi carichi o, dimagrire con la dieta, arriva sempre il momento in cui questi non salgono più o, il peso non scende più, questo perché il corpo si adatta al nuovo stimolo.
Siamo fatti per sopravvivere ed evolverci e quindi per rispondere agli stimoli esterni generando un adattamento.
L’organismo quando viene sottoposto ad uno stress reagisce tramite tre fasi, nella prima capta lo stimolo ed entra in fase di allarme, da qui, se lo stimolo non è troppo forte da non permettergli di reagire, inizi a generare adattamenti per sopperire allo stress che riceve, per poi arrivare alla fase finale in cui si è adattato.
Questo è il motivo per cui è fondamentale vi sia un continuo stimolo progressivo, ciò per far sì che l’organismo continui a generare piccoli adattamenti senza andare in stallo.
Purtroppo però talvolta si arriva ad un punto in cui, che si tratti di dieta per perdere peso, o allenamenti per migliorare le proprie performance, questo non scende più o i carichi non aumentano più.
Tutto ciò è causato dal corpo che non riesce più a generare adattamenti sufficienti a poter progredire, in quanto si trova in uno stato in cui ciò che gli si va a richiedere è diventato “troppo”.
Siamo esseri umani del resto e come tali non abbiamo energie illimitate e queste vanno via via esaurendosi col passare del tempo, aggiungiamoci anche che il nostro organismo è fatto per sopravvivere e quindi preferisce ingrassare piuttosto che dimagrire ed il motivo è presto spiegato.

DIETA, COSA PORTA AD UNO STALLO

Quando si comincia la fantomatica fase di ipocalorica si va ad instaurare un deficit per permetterci di perdere adipe e questo funziona se le kcal in uscita sono maggiori rispetto a quelle in entrata (quelle che assumiamo).
Se il deficit è impostato correttamente il peso comincerà a scendere, col passare del tempo però inizierà a scendere sempre più lentamente fino ad arrivare ad un punto in cui non si smuoverà più di un grammo.
Questo perché ci allontaniamo dal set point ideale e più ci si allontana più la perdita di adipe sarà lenta, ciò è dovuto al fatto che il corpo lotta contro la perdita di peso.
Torniamo un attiamo alla preistoria, lì si cacciava per sopravvivere e vi erano giorni in cui la caccia era proficua e permetteva di riempirsi la pancia ed altri in cui ci si ritrovava a digiunare.
L’organismo si è quindi evoluto per sopperire a ciò instaurando dei meccanismi che a livello fisiologico ci rendono difficile perdere adipe, ma per nulla complesso accumularlo, questo perché siamo fatti per sopravvivere purtroppo…
Si scherza eh, però è così, quando vogliamo dimagrire andiamo contro la fisiologia umana.

DIETA, COME EVITARE LO STALLO

Nessuno vuole soffrire troppo durante la fase di deficit calorico, che purtroppo, volente o nolente, rimane comunque pesante da affrontare.
Torna quindi utile tener monitorati alcuni parametri per capire quando è il momento di inserire un refeed o una diet break per riportare il corpo a piena efficienza.
In questo caso torna utile monitorare la temperatura corporea, questa tende ad abbassarsi man mano che si procede col deficit calorico e ciò sta ad indicare una riduzione del dispendio calorico.
Ovviamente per poter utilizzare questo parametro è necessario aver monitorato la temperatura fin dall’inizio della fase di ipocalorica, così da avere dei dati da confrontare quelli attuale.
Bisogna prendere la temperatura dopo 10 minuti che ci si è alzati per ¾ volte e successivamente fare una media per avere un risultato con un minor margine di errore rispetto alla singola misurazione.
Quindi, quando la temperatura sarà scesa troppo, quello sarà il momento opportuno per inserire un refeed o una dieta break, in modo tale da riportare la temperatura a livelli ottimali.
Così facendo l’organismo tonerà ad espletare le proprie funzione in modo efficiente e probabilmente, durante questo aumento calorico vi sarà anche un calo di peso.

ALLENAMENTO, COSA PORTA AD UNO STALLO

Come già detto, tutti i protocolli sono destinati prima o poi a fallire, questo a prescindere da quanto possa essere redatto a dovere, anche quello considerabile perfetto arriverà ad un punto cieco.
Questo è dovuto al fatto che il nostro organismo non è una fonte inesauribile di energie e per quanto si adatti agli stimoli che riceve, non si può continuare a macinare PR su PR (personal record) in palestra.
Arriverà il momento in cui non riusciremo più ad aumentare nemmeno di un kg o di una ripetizioni nei vari esercizi e li sarà il momento di scaricare.

ALLENAMENTO, COME PREVENIRE UNO STALLO

A questo punto mi direte “beh grazie, hai scoperto l’acqua calda” ed è qui che arriva la parte interessante, possiamo muoverci per tempo così da evitare di ritrovarci in piena fase di overreaching e quindi avere bisogno di meno giorni lontani dalla nostra amata sala pesi.
In questo caso vi è un parametro che torna utilissimo ed è quello del battito cardiaco, questo a riposo, ci segnala quando siamo in una situazione di overreaching e c’è bisogno di riposo.
Tenderà ad alzarsi quando ci si ritrova in questa situazione, infatti anche questo dato, come per la temperatura, va preso dall’inizio del protocollo, per avere un dato di partenza con cui confrontare i successivi.
Per farlo occorrere prendere due misurazioni:

-Una prima di alzarsi dal letto, 5 minuti dopo essersi svegliati senza uscire dal letto e/o muoversi.
Qui vanno prese 3 misurazioni e poi va fatta la media

-La seconda dopo 15 minuti che ci si è alzati, facendo poi la media con la prima

Solitamente è consigliato inserire lo scarico quando la media dei battiti si alza di 15-20, risulta inutile inserire lo scarico prima o dopo solo perché lo abbiamo programmato.

CONCLUSIONI

Queste sono alcune strategie che possono tornare molto utili in una preparazione da gara, perché in un contesto così delicato, poter ridurre al minimo la possibilità di errori è fondamentale per arrivare al meglio sul palco.
Quindi, nel caso stiate preparando una gara, o semplicemente voleste essere più precisi, tenete in considerazioni questi dati, torneranno utili.

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