Il dimagrimento localizzato di cui ormai si sente parlare da anni, è un argomento che nell’ultimo periodo ha iniziato a non essere trattato con la medesima frequenza di prima…
Questo perché il dimagrimento localizzato inteso come perdita di adipe in una zona X non è fisicamente possibile, il nostro corpo purtroppo perde e accumula adipe in modo “uniforme”, ovviamente ci saranno zone che presentano una pliche più elevata rispetto ad altre.
Ciò è del tutto normale ed è causato dalla presenza di una maggior quantità di adipociti in una zona rispetto ad un’altra.
Arrivati qui vi starete chiedendo perchè io stia scrivendo un articolo in merito se è una cosa che va contro la fisiologia umana…
Il motivo è che c’è un “però”, ho scritto che il dimagrimento localizzato per come viene inteso nell’immaginario comune non esiste, ma bensì è possibile migliorare la resa estetica a livello di qualità su qualsiasi gruppo muscolare operando nel modo corretto.
Mi raccomando, niente creme bruciagrassi, non è quello il modo corretto.

Il grasso ostinato è determinato da una moltitudine di fattori:
-Vascolarizzazione
-Recettori adipocitari adrenergici
-Numero di adopociti predisposti geneticamente
-Estrogeni
-Distribuzione dei liquidi tra il compartimento intra ed extracellulare
-Etc

Infatti le gambe, sono anche uno dei gruppi più sfortunati proprio per i motivi scritti sopra, ovviamente come al solito tutto dipende dal soggetto, però nella norma è così. Infatti sono anche uno dei gruppi muscolari più difficile da portare a livello dell’upper come tiraggio/resa estetica.
La scienza ufficiale nega la possibilità che si verifichi la spot reduction, sostenendo che il dimagrimento è sempre e comunque generalizzato. Peccato che gli studi su cui si basa presentassero alcuni limiti e possiamo anche aggiungere che alcuni dei ricercatori affermano che sia possibile anche se irrisorio.

QUINDI ESISTE O NO QUESTO DIMAGRIMENTO LOCALIZZATO?
L’aumento del lavoro in una zona X, soprattutto se si tratta di un lavoro metabolico, porta ad un aumento della capillarizzazione e della densità mitocondriale, fattori che favoriscono sia la lipolisi che il trasporto e l’ossidazione degli acidi grassi liberati.
Questo perché viene migliorata l’efficienza dei tessuti.
Come funziona tutto ciò?
La vascologenesi è stimolata dall’ipossia (la mancanza di ossigeno), dal danno tissutale e dalle richieste metaboliche di un tessuto.
Un TUT (time under tension) più lungo genera uno stato di ipossia più prolungato e talvolta “forte”, ciò porterà ad un maggior rilascio di fattori di crescita angiogenetici.
Per di più il danno muscolare genera infiammazione, e l’infiammazione porta con sé iperemia locale che sul lungo periodo porta alla genesi di nuovi capillari.
Il problema è che appunto tutto ciò avviene nel LUNGO PERIODO, quindi richiede svariati mesi, oltre che un percentuale di massa grassa piuttosto bassa.
Infatti durante le preparazioni per le competizioni si tende spesse ad inserire dei lavori di capillarizzazione.

Vi riporto la mia piccola esperienza personale…
Durante la preparazione per le invernali del 2019, su consiglio di Marcello Del Fitto, che è il mio attuale coach ed è uno dei motivi per cui mi sono convinto a farmi preparare da lui dopo le ultime gare è stato proprio che mi ha consigliato di inserire la seguente metodica per i glutei:
7,30” minuti totali di circuito, 3 esercizi della durata di 2 minuti l’uno con un recupero di circa 30” secondi tra ogni serie. Peso basso, si comincia…
Bisogna mantenere un tut fluido e controllato, ovviamente ricercando il massimo accorciamento ed il massimo allungamento permessi del gruppo muscolare interessato, con l’imposizione di fermarsi e recuperare non appena sopraggiunge una leggera sensazione di calore, non bisogna mai arrivare al classico bruciore causato dallo stato di ipossia.
Personalmente posso dire di aver visto un netto cambiamento a livello estetico sui glutei, dieta a parte, la qualità rispetto alle gare precedenti in quella zona è stata totalmente rivoluzionata, per la prima volta ho viste delle righe sul culo.

È UN DISCORSO GENERALE?
Certo! Basterebbe osservare i polpacci di cui li utilizza molto come gli alpinisti, togliendo i volumi maggiori che presentano, hanno anche una qualità non indifferente.
Stesso discorso per gli altri gruppi muscolari, addome compreso, tra l’altro questo dovrebbe essere un incentivo interessante per allenarlo.
Sarebbe ottimale per favorire ciò, vista la necessità di un ambiente metabolico lipolitico, iniziare la seduta con uno stato di leggera ipoglicemia, come ad esempio la mattina a digiuno.

CONCLUSIONI
Il dimagrimento localizzo quindi esiste, non come viene inteso nell’immaginario comune ma c’è! Però richiede un gran lavoro per far sì che avvenga, già solo arrivare ad una bodyfat piuttosto bassa richiede un certo impegno nella maggior parte dei casi.